Il concetto di salute, oggi, non è più inteso esclusivamente come antitesi del concetto di malattia, ma assume un significato più ampio, cioè quello di stato di completo benessere psico-fisico, parametrato e calibrato anche, e soprattutto, in relazione alla percezione che ciascuno ha di sé, alle proprie concezioni di identità e dignità, nonché con un’idea di persona le cui scelte sono valutate giuridicamente nelle sue reali e concrete sfumature.
Il diritto alla salute e all’integrità psico-fisica è rimesso, dunque, in linea di principio, all’autodeterminazione del suo titolare: i trattamenti sanitari sono liberi. In base al secondo comma dell’art. 32 Cost., infatti, nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario, se non nei casi stabiliti dalla legge.
Parte da qui la riflessione alla base del terzo appuntamento del ciclo 2019 del Caffè Alzheimer Pedemontano: “La nuova legge sul biotestamento: consenso informato e disposizioni anticipate di trattamento”.
Ne ha parlato l’Avv. Giuseppe Franceschetto in un incontro aperto al pubblico giovedì 16 maggio.
Dopo l’introduzione sul diritto alla salute, il ruolo del medico e la legislazione riguardo al consenso informato, il focus è stato posto sulle cosiddette DAT, Disposizioni Anticipate di Trattamento, istituite nel 2017, che esplicano l'espressione della volontà della persona - in presenza di specifiche irrinunciabili condizioni tra cui la maggiore età e la capacità di intendere e volere - rispetto ai propri orientamenti sul "fine vita".
Al link seguente è possibile scaricare la presentazione completa:
Le disposizioni anticipate di trattamento - Convegno 16 maggio 2019
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